Bona Sforza D'Aragona era figlia di Gian Galeazzo Maria Sforza (1469-1494) Duca di Milano e morto in circostanze misteriore (pare fosse stato avvelenato) e della di lui cugina Isabella d'Aragona (1470-1524) bellissima e molto focosa e passionale.
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Rispetto al testo di riferimento (1) altre fonti (2) riferiscono che Bona fu considerata fin dalla giovinezza una donna bruttissima. Secondo tale fonte la proposta di matrimonio avanzata da Napoli con il quattordicenne Federico Gonzaga non fu nemmeno presa in considerazione dalla madre Isabella d'Este, né dall'arcidiacono Alessandro di Gabbioneta che riteneva un peccato sacrificare la bellezza del giovane Federico a una donna "matura e brutta" come Bona che, da parte sua, tentava di rendere il proprio volto più grazioso tramite espedienti e cosmetici ma senza successo poiché "niente o poco la agraciava"
(1) “La verità svelata a’ principi o vero successi diversi tragici et amorosi occorsi in Napoli dall’anno 1442 sin all’anno 1688” dedicati a Isabella d’Aragona, a Bona Sforza e Costanza di Capua. [dal MS. ITAL. FOL. 145]
(2) Archivio storico lombardo, Volume 33, Società storica lombarda, 1906, p. 155; Rievocazioni del rinascimento, Giulio Marchetti Ferrante, G. Laterza & figli, 1924, p. 173.]
Sigismondo I
Ettore Pignatelli
Bona Sforza
Testo in lingua originale
Testo in limgua corrente
In Incipit .... Tale madre tale figlia ….
Ovvero come dice Pietro Aretino, I Ragionamenti, Terza Giornata:
“La Monaca tradisce il suo consagramento, e la Maritata assassina il santo Matrimonio; ma la Puttana non l’attacca, nè al Monastero, nè al Marito […] i vizii de le Puttane sono virtù”.
In Incipit ... Tale madre tale figlia …. Ovvero come dice Pietro Aretino, I Ragionamenti, Terza Giornata:
“La Monaca tradisce il suo consacramento, e la Maritata assassina il santo Matrimonio; ma la Puttana non fa del male né al Monastero, né al Marito […] i vizi delle Puttane sono virtù”.
L’antefatto ovvero Bona Sforza perde la verginità con Ettore Pignatelli …
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Fra questo mentre essendo Ettore primogenito di Alessandro, cresciuto negli anni d’adolescenza e divenuto uno de più belli e leggiadri cavalieri che fossero in tutta quella provincia, e pratticando ordinariamente con suo [50v] padre nella corte della duchessa, avendo anche la fortuna in amore, ch’avea avuta suo padre s’innamorò di Bona, figlia unica della duchessa, la qual’essendo parimente pervenuta con l’età ad eccellente bellezza e procline più della madre agl’appetiti carnali, si mostrò con l’assidua servitù fattagli da Ettore pregevole a favorirlo più degl’altri, e crescendo con la lunga famigliarità e simpatia di sangue l’amore a desiderare li di lui abbracciamenti. Et ai desiderii communi seguivano i fatti, poiché si ritrovarono di notte insieme a sollazzarsi amorosamente [...].
Il Re Sigismondo I di Polonia chiede la mano di Bona Sforza …
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Fu ricercata Bona per moglie di Sigismondo, re di Polonia, onde la duchessa Isabella nell’anno 1517 se ne venne con sua figlia in Napoli, ricevuta con onori reali da Don Raimondo di Cordona, [51r] viceré del regno, […] essendo in Napoli gl’ambasciatori del re Sigismondo venuto per lo detto sposalitio qual avevano avuto al re loro procura, bastante di ciò effettuare, si fece perciò il matrimonio nel detto castello di Capuana a 6 di decembre 1517, essendo Bona di anni venti con pompa e livree superbissime e di gran richezza intervenedovi tutte le principali dame e cavalieri della città e regno.
La dote di Bona …
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Ricevé dalla duchessa, sua madre, oltre un ricchissimo corredo, degno d’ogni gran regina anco 100 mila docati contanti che furono per sua dote consegnati alli predetti i ambasciatori, pochi giorni doppo fatto lo sposalitio, si partì Bona da Napoli a 26 dì di mese di ottobre per Polonia accompagnata dalla duchessa, sua madre, e molti cavalieri fra quali il suo caro Ettore insin a Mafredonia, quale promise in [51v] breve d’andarla a ritrovare in Polonia. […]
Il Re si ritrova buggerato dai Napoletani!
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Arrivata Bona in Polonia, fu ricevuta dal suo marito con real pompa et allegrezza infinita, et essendo coricato la prima notte con lei, non avendola trovata vergine, soleva poi sovente dire il re suo marito queste parole: “Regina Bona attulit nobis tria dona: faciem pictam, vulvam non strictam et pecuniam fictam” per cagione delle molte monete false che furono trovate fra li 100 mila docati.
L’antefatto ovvero Bona Sforza perde la verginità con Ettore Pignatelli …
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Nel frattempo, Ettore, primogenito di Alessandro Pignatello, era cresciuto e, diventato adolescente. si era rivelato uno dei più belli e leggiadri cavalieri che ci fossero in tutta quella provincia; frequentando ordinariamente con suo [50v] padre la corte della duchessa Isabella d'Aragona, ed avendo gran fortuna in amore, come suo padre, s’innamorò di Bona, figlia unica della duchessa, anch’essa divenuta con l’età d’eccellente bellezza e procline più della madre agl’appetiti carnali; Bona si mostrò, a seguito delle insistenze fattegli da Ettore molto disponibile a favorirlo e, per famigliarità acquisita e simpatia di sangue s’innamorò w cominciò a desiderare i suoi abbracci. Ai desideri platonici seguirono i fatti, poiché si ritrovarono di notte insieme a sollazzarsi amorosamente [...].
Il Re Sigismondo I di Polonia chiede la mano di Bona Sforza …
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Avvenne che Bona fu chiesta in moglie da Sigismondo I, re di Polonia, per cui la duchessa Isabella nell’anno 1517 arrivò con sua figlia a Napoli, ricevuta con onori reali da Don Raimondo di Cordona, [51r] viceré del regno, […] dato che a Napoli erano giunti gli ambasciatori del re Sigismondo per formalizzare lo sposalizio per procura così come aveva stabilito si dovesse fare il loro re presso il castello di Capuana i, 6 di decembre 1517; Bona aveva vent’anni e il tutto avvenne con gran pompa e ricchezza alla presenza delle principali dame e cavalieri della città e del regno.
La dote di Bona …
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Bona ricevette in dote dalla duchessa sua madre, oltre un ricchissimo corredo degno d’ogni gran regina, anche 100 mila ducati in contanti che furono consegnati ai predetti ambasciatori, pochi giorni dopo il matrimonio; la sposa novella partì da Napoli il 26 del mese di ottobre per Polonia, accompagnata fino a Manfredonia, da sua madre e molti altri cavalieri fra i quali il suo caro Ettore che le promise [51v] di raggiungerla in Polonia. […]
Il Re si ritrova buggerato dai Napoletani!
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Arrivata Bona in Polonia, fu ricevuta dal marito in pompamagna e con grande allegria e, essendosi coricato la prima notte con la sposa e non avendola trovata vergine, il povero re era solito dire queste parole: “La Regina Bona ci ha portato tre doni: una faccia ben truccata, una figa bella larga, et soldi falsi” anche perché, dei 100 mila ducati ricevuti in dote, gran parte si erano rivelati falsi.
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