Presentiamo al pubblico le prime quattordici Proposizioni Eretiche più una Summa Propositio di cui per ora possediamo solo il titolo dell'Anonimo Ariminense (1425-1505?), scoperte per caso negli scantinati dell' Abazia di Scolca sulle colline Riminesi, che pare siano state appese al portone della Chiesa di SAnta Colomba a Rimini nella prima metò del XV secolo. Non si esclude che altre possano essere sparse per caso in altre biblioteche, magari raccolte in qualche testo di ricette culinarie dell'epoca.
Anonimo Ariminense
(1425-1505?)
De Propositio Haereticorum
Fatto et descritto per l’Anonimo Ariminense ad honore et gloria de lo humano intelletto inci ad honta et vituperio – mea culpa - de la Sancta Romana Ecclesia, per ipso facto vera et hunica Ecclesia Domini, et de tote le altere false et bujarde propositioni de Frà Girolamo Savonarola et Frà Martino Lutero todescho (et toti li compari sui) et ad honta anchora de Machometto figlio dello diabolo patre de l’Antichristo et anchora de li infidi Judii falsi et bugiardi spregiatori di Cristo et della Madre Sua Virgo Santissima li quali d’errore fanno loro veritate et per li quali preghiamo per loro conversione.
Introductio
«Nella città d’Arimino in quel di Romagna, il 8 di Marzo dell’anno MCDXXV, io nacqui di genti plebee, alla fatiga avvezza ma d’honesta natura.
E queste tre loro qualità ho espressamente individuate, e a gran ventura mia le ascrivo per le seguenti ragioni.
Il nascere della classe plebea, mi giovò appunto moltissimo per poter poi, con taccia d’invidioso e di vile, dispregiare lo clero tutto et la nobiltà per se sola, svelarnele ridicolezze, gli abusi ed i vizj; ma nel tempo stesso mi giovommi non poco la utile e sana influenza di essa, per non contaminare poi mai in nulla la nobiltà dell’arte che io professava.
Il nascere indigente mi fece libero e puro; né mi lasciò servire, se non nella materia, ad altri che al vero, ad honta assaj de Messere lo Papa et dello Sancto Uffitio. L’onestà poi de’ parenti soçi boni, fece sì, che may ebbi rossire dell’essere io plebeo.
Onde, qualunque di queste tre cose fosse mancata ai miei natali, ne sarebbe di necessità venuto assaj minoramento alle diverse mie opere; e sarei quindi stato per avventura o peggior filosofo, o peggior uomo di quello che forse non sarò stato».
I Propositio
Nella quale si descrive la domanda che l’homo si pone per la quale, lo Padre Terno se compiace delli mali delli homini.
Lo Gran Fattor che l’alte sfere move
Et d’humane miserie ha compiacenza
Si diletta fornir malsane prove
Chiamandole col nom di provvidenza
La qual si basa sull’arcan disegno
Per la salute de l’humanitate
Pel qual ciascuno devesi far degno
Subendo a Suo piacer l’abbastonate!
II Propositio
Nella quale si descrive l’indole bacata assay dell’uomo che per danari di religione fa sua bandiera.
Coss'é che spinge l'homo et sua ragione
A far profitto ricco et immediato
Facendo di bandiera religione
O d'ingordigia anchor più gran peccato?
Dirotti punto ch'é per sua natura
La qual bacata fin da sua creazione
Di se si tronfia, et misera creatura,
Anco l'Eterno induce a confusione!
III Propositio
Nella quale si descrive l’ignobil scostumanza delli prelati nello fare abuso delli sfinteri delli pargoletti (ad honta assay delli sani modi in la patonza) et come lo buon Papa Alessandro VI, gran cognoscitor di passere, con bolla motu propriu pose fine.
Da quando con sconcerto s’è assodato
Che nella Santa Sede ha più successo
Il cul del pargoletto delicato
Piuttosto che patonza et altro accesso
Lo Papa s’è ingriphato come un toro
Chiedendo dotti lumi al Santo Uffizio
E ha convocato all’uopo un concistoro
Per definir qual sia giust’orifizio!
Inci dopo disquisizione dotta
Si diè risoluzione alla contesa
Ex catedra si formulò la glotta
De Cardinali et Padri della Chiesa
“Sia lode alla patonza e sua funzione
E il pargoletto sia lasciato sano
La verga si soddisfi all’occasione
Intra la potta e annesso deretano!”
IV Propositio
Nella quale si descrive de fare quel che il prete dice e non fa.
Li cardinali i preti e i monsignori
Col Santo Patre assiso in sullo trono
Son ricoperti tutti in gloria e onori
E tra i potenti assumono gran tono!
E al mondo tutto impongono fardelli
E s’usano indulgenza a bella vista
Per dar testimonianza a noi fratelli
Di quanto scritto dall’Evangelista
Che i preti tutti hanno la funzione
Di dar al mondo la testimonianza
Così ch’ognuno possa aver ragione
Dei lor precetti e non dell’osservanza!
Lo disse infatti Cristo: “O Simon Pietro,
Ti do’ il poter di dar l’assoluzioni
Così che a tutti salverai lo retro
In culo al Satanasso e sue legioni!”
V Propositio
Nella quale si descrive la scostumanza de Frà Martino, lo quale contra Roma tromba et tona ma a fianco delli princi todeschi li contadini abbastona!
Nel nome di Dio Patre et Jesu Cristo
frate Martin Luter dall’alto tuona:
“Il Vescovo di Roma est l’Anticristo
Et Machometto il Diabolo in persona
Et li Judii tra tutti han la peggiore
Poiché d’errore fanno ostentazione
Han crocifisso il nostro Salvatore
E fan ricusazion di conversione!
Entrambi tutti” - dice Fra Martino -
“Affamano li popoli meschini!”
Ma benedice i principi tugnini
Intenti a massacrar i contadini!
VI Propositio
Nella quale si descrive li modi con li quali li papi sovvertono le leggi et li costumi.
Lo Gran Fattor che move l’alte sfere
A Simon Pietro diede competenza
Di dare trasmissione a suo piacere
Di tutti li poteri d’indulgenza
Quindi li papi tutti in successione
Si sono adoperati a dar ragione
A Jesu Cristo e sua disposizione
Con strozzinaggio e assay sperequazione
Di cui s’avvale il papa Sandro sesto
Gia cardinale et ora Buon Pastore
Il qual già ha definito che l’incesto
E’ pratica gradita allo Creatore
Inci superbia, crapula e avarizia
Invidia, accidia, ira et injustizia
Ha definito simboli di grazia
Poscia da praticar con gran perizia!
VII Propositio
Nella quale si descrive l’injustitia per la quale all’homo vien richiesto d’imitare la passione di Jesu Cristo
Riguardo consistenza in questo mondo
Lo Papa i Santi e i Padri della Chiesa
Insegnano ch’ognuno sia giocondo
Giostrando con malanni la contesa
E pongono l’exemplo assay capiente
Di Jesu Cristo e della sua passione
A cui deve mirare tutta gente
Ch’è destinata alla crocefissione!
Inci “Godi i malanni et vita bella
Che con li morbi il mondo è più letizia!”
Ma inver io m’arrovello le budella
Che tal mi pare malafe’ e ingiustizia.
VIII Propositio
Anchora sull’injustitia riguardo alla passione et lo destino delle humane genti.
Riguardo la Passion di Jesu Cristo
Ti dico ch’egli fu resuscitato
Ma in quanto all’hom anchora non s’è visto
Chi dopo un accidente sia beato!
Infatti dopo che ti piglia il morbo
Un altro ancor di piglia et sanza soste
C’è a chi si piaga il cul, chi divien orbo
Chi perde sangue e chi gratta le croste
Chi invermina, chi sputa verdi umori
Chi ha la renella e il fegato ingrossato
Chi perde il senno e grida dentro e fuori
E chi da tutti quanti vien schifato!
IX Propositio
Anchora sull’injustitia riguardo alla passione delli homini per li quali tutta vita dura.
Riguardo la Passion di Jesu Cristo
Or mi sovvien che quella dell’humani
Non dura solo un giorno duro e tristo
Ma tutta vita come i porci e i cani
Et me medesmo pongo a esemplo saggio
Ch’in mezzo del cammin di nostra vita
Di tonsillectomia mi fè coraggio
Convinto che la cosa ebbi finita
Inci qual gatto abuso a sette vite
Rischiai perder la vita tutt’un tratto
Et fui salvato da peritonite
Ma non fu questo in poi l’ultimo tratto
Un canchero m’avulse le budella
Et in laparocele rinviato
La cataratta all’occhi venne in sella
Li reumatismi, il morbo et malo fiato.
X Propositio
Anchor riguardo alla passione sull’ inversione delli tempi et delli modi di sopportazione.
Riguardo la passion di Jesu Cristo
Lo padre Suo, lo sommo Padre Terno,
La fe’ durare quanto un imprevisto
Per poi gittarlo tre dì nell’averno
E si compiacque punto il Dio Beato
D’aver donato gran fortuna al mondo
Avendo il figlio suo resuscitato
Si che ciascun di noi sia più giocondo!
Ma parmi che codesto Iddio onnisciente
Riguardo all’homo e a sua costituzione
Abbia invertito in modo assay insipiente
Li tempi e modi di sopportazione
Infatti all’homo in terra, la passione,
Non un sol giorno dura, ma mill’anni
Et egli ha sopportar, con contrizione,
La fame il freddo il morbo et i malanni.
XI Propositio
Nella quale si descrive come messere Jacopone da Todi habbia elli medesmo perso la rajone nel chiamare a se malsane pruove.
Mi pare tosto che Ser Iacopone
Nell’ode sua che il morbo a se s’invita
Abbia perduta tutta la ragione
Nel mezzo del cammin de la sua vita
Ovver per compiacer sua santitate
Li preti i cardinali e tutto il clero
Far obiezzion de justa veritate
Con sovversion del falso sullo vero!
Infatti come puote mente sana
Pensar che il Patre Terno si rallegra
Ch’i figli sui subiscan vita insana
Con tanto morbo et fame trista e negra?
Dovresti tu, per cotanta dottrina
Il cor tuo rallegrar quando i tuoi figli
Non han di che cacar nella latrina
E debban sopportar fame et perigli?
XII Propositio
Nella quale si descrive come Fra Martino Lutero todescho, con grande malitia va sostenendo la fide essere superiore alle opere.
Frate Martino è proprio un furbacchione
Per quanto attiene all’interpretazione
Delle scritture ed in particolare
Di come l’homo puotesi salvare
In culo al papa e a tutta Santa Chiesa
La quale pone l’opere in primizia
Frate Martino accende la contesa
Che solo con la fede v’è justizia
In modo ch’ogne porco crapulone
Possa vantar sua fede et dirsi Santo
Si che vien confermata l’inversione
Di cui in sti tempi tutti si fan vanto!
XIII Propositio
Anchor contra Fra’ Martino lo quale va predicando che lo pane et lo vino non subisce punto transustanziazione.
Anchora Frà Martino, gran briccone
Il mondo tutto gira predicando:
«In quanto attiene transustanziatione
Lo Papa non s’accorge che stà errando
Dacchè lo pane et vino, in sua materia,
Rimane tale et quale come visto
E non conviene dirsi cosa seria
Che sangue et corpo sia di Jesu Cristo!»
Ma parmi che in cotanta affirmatione
Che sia Martino a perder la ragione
Poiché riduce Santa Comunione
Ad una bona sana colazione!
Lo Papa i Cardinali e tutto il clero
Come prevede Santa Tradizione
Insegnano alle genti solo il vero
Per sopportar del mondo gravi prove
XIIV Propositio
Anchora sulla Sancta Provvidentia
La fame, la tristizia et l’angherie
Son prove che ci manda Provvidenza
Risultan per costor le sole vie
Per guadagnar nell’aldilà gaudenza
Ma a lor gli vien concesso costumanza
Come prevede il santo insegnamento
Di soddisfar la verga e anco la panza
Portando li fedeli allo tormento
Summa Propositio
Nel […]
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